lunedì 29 aprile 2013

Toscana, il piatto è servito!

Eccoci qua, mini-vacanze finite in frettissimissima ed è già un nuovo lunedì.
Per quanto questa cosa mi abbatta, rivedere le foto della toccata e fuga in Toscana di questi giorni mi fa venire un sorriso sulle labbra.
Mentre scrivo, fuori piove come oramai fa da due giorni e non sperate di vedere un poco di sole anche nelle foto scattate al mare, ahimè, il tempo non è stato clemente!
Quasi a farlo apposta, se il mio ultimo post era proprio sulla primavera, ora siamo ricaduti in un tempo, direi, autunnale, non freddo ma neanche piacevolissimo.
In qualsiasi caso, il mare, il cibo e la voglia di vedere qualcosa di nuovo, hanno reso questi giorni veramente divertenti e rilassanti.
Partiamo dunque! Meta iniziale del viaggio è stata Marina di Castagneto Carducci, luogo che, in estate, dev'essere ben più vivo.
Spiaggia enorme, da passeggiarci tutto il pomeriggio, acqua piuttosto bassa (ho un'avversione per il mare che va giù di colpo!) e atmosfera un po' anni '60, come se tutto si fosse fermato e nessuno abbia avuto voglia di rimodernare.
Comunque, per un weekend estivo, decisamente carina.

Spiaggia di Marina di Castagneto Carducci, il sole inizia a tramontare

Se vogliam parlare subito di cibo, a pranzo, delusi dal tempo, ci siamo rifugiati in un ristorante (che però fa anche un'ottima pizza) "La Vela", proprio in centro a Marina di Castagneto, dove ci hanno servito un'ottima zuppetta di cozze e vongole, un fritto misto di pesce mooolto buono, delle tagliatelle ai gamberi (detti al Capitano) o all'astice e delle alici fritte che erano una meraviglia.
Zuppetta di vongole e cozze

Tagliatelle all'astice 


Ovviamente, non ho preso tutto io (anche se non mi sarebbe dispiaciuto ;) ) ma mi sono divertita a spiluzzicare di qua e di là.
Prezzo giusto, cibo buono (niente di sconvolgente, ma ottimo per un pranzetto), locale decisamente da rimodernare  ma ci si accontenta, via!
Per la sera, consigliabilissima la pizzeria da Nanni che, a quanto pare, è una vera istituzione a Marina, qui avrete la possibilità di gustare le zonzelle, della pasta da pizza fritta a forma allungata, che viene riempita a panino con più o meno tutto ciò che desiderate: dai salumi ai formaggi alle alici, godetevele se ci passate!
Il giorno seguente, siamo partiti alla volta di Orbetello, una città veramente magnifica e allegra (tra l'altro piena di negozi per articoli da casa, piatti, stoviglie di qualsiasi tipo, se qualcuno fosse appassionato, è il posto adatto!), qui, per un pranzo "veloce", ci siamo fermati al Plaza Cafè Bistrot che, come capirete dal nome, è ben più che un semplice bar.
Passeggiata di Orbetello, direttamente sull'Argentario

Daniele, il proprietario del bar, vi travolgerà con una serie di proposte territoriali che appagheranno sicuramente il vostro palato inoltre, essendo una vineria, vi proporrà una selezione di vini perfetta con cosa state mangiando e scusate se è poco ;)
Proprio qui ho assaggiato una cosa s q u i s i t a! Una specie di ribollita ma non brodosa, uno sformatino di pane e verdure che era la fine del mondo!
Il sapore delle verdure fresche, il pomodoro e il tipico pane toscano si sposano a meraviglia, da riprovare anche a casa assolutamente.
Da provare anche il ragù della casa, fatto dalla nonna del proprietario che è veramente un ragù "onesto", senza alcuna strana sperimentazione, solo tanto gusto.
Selezione di formaggi e salumi tipici

Ah, decisamente importante, se vi trovaste a Orbetello e aveste voglia di qualcosa di dolce, non esitate a fare visita alla pasticceria Ferrini, non vi deluderà ;)
Beh, per dirla tutta, la sera (esausti!) ci siamo concessi una cena con fave e pecorino romano, una delizia alquanto semplice.
Le fave, comprate il pomeriggio a Orbetello, freschissime, sanno essere buone sostitute persino di un ristorante, mangiate al naturale con un po' di pecorino salato.
La mia gitarella fuori porta qui si conclude, spero che, se quest'estate girerete da queste parti, vi saranno utili queste indicazioni a prova di famiglia ;)
Spiaggia di Marina di Castagneto Carducci

Alla prossima,
Valerie :)

mercoledì 24 aprile 2013

La senti la Primavera?

Io si, mai forte quanto stamattina.
Per via di una visita (adorabili visite mediche di mattina!!) non sono andata a scuola e mi sono alzata leggermente più tardi, quella mezz'ora che cambia tutto, che fa spuntare il sole e ti fa svegliare con un sorriso.
Così, mentre preparavo la colazione, ho aperto tutte le serrande, che non facevano passare quei primi, mattutini, raggi di luce.
Forse, tutta la mia felicità di oggi deriva anche dal fatto che domani saremo davvero in vacanza!
E, notizia più bella che mai, ho scoperto pochi giorni fa che i miei genitori hanno avuto la meravigliosa idea di andare qualche giorno al mare.
Se anche il tempo non dovesse essere da costume, il mare di Primavera è una delle cose più belle che ci sia, mentre d'Inverno mi mette una grande tristezza, in Primavera stimola la voglia di andarci il prima possibile per tuffarsi nelle onde.
Ho pensato che, magari, al mio ritorno, potrei farvi un piccolo resoconto, completo di consigli sui ristorantini migliori, motivo per cui ,ora, non vi svelo nulla di più ;)
Invece, la ricetta che vi propongo oggi è quella del pranzo della Domenica (di cui vi avevo dato solo il goloso rotolo!), ovvero un risottino asparagi e castelmagno.
è incredibile quante cose si possano fare con questo formaggio che, a prima vista, potrebbe sembrare alquanto complicato all'utilizzo. Invece, le preparazioni sono molteplici: dai classici gnocchi al castelmagno Piemontesi fino a una combinazione di risotti pressoché infiniti.
Una cosa però bisogna dirla: come formaggio non ha certo un sapore delicato né è particolarmente leggero.
Motivo per cui l'ho abbinato solo con degli asparagi (molto Primavera no?), per non farlo troppo pesante.
Inoltre, questo risotto è ancora più speciale, perchè fa parte delle ricette che ho cucinato con mio papà e insieme ai fornelli siamo formidabili ;)


Ingredienti per 6 persone:
500 gr riso Carnaroli
120/140 gr di Castelmagno
24 asparagi
burro q.b.
due scalogni
1 carota (per il brodo vegetale)
1 sedano (per il brodo vegetale)
olio q.b.
brodo vegetale 1 litro
sale e pepe q.b.

Iniziate preparando gli asparagi; dopo averli lavati, puliteli togliendo la parte del gambo troppo dura e tagliando le punte che useremo per decorare. Cuocete i gambi in abbondante acqua salata per una decina di minuti circa, o fino a quando non saranno cotti. Nell'acqua degli asparagi sistemate anche una carota sbucciata e un sedano. Scolate gli asparagi senza eliminare l'acqua e continuate a cuocere la carota e il sedano (brodo vegetale).
Le punte, invece, fatele in padella: mettete due cucchiai d'olio e una noce di burro in una padellina, aggiungete gli asparagi e bagnate con un poco d'acqua fino a quando non saranno pronti. Ricordatevi di salarle leggermente ;)
Ora occupiamoci del riso! Iniziate sbucciando i due scalogni e tagliandoli finemente. Metteteli ad appassire in una casseruola o in una padella ampia con due cucchiai d'olio. Quando saranno ben imbionditi, aggiungete il riso e fatelo tostare per 2 minuti, girando bene in modo che diventi lucido (grazie all'olio).
Cominciate ad aggiungere il brodo, per quest'ultimo ho usato l'acqua degli asparagi in cui avevo fatto cuocere anche una carota e un sedano, l'ho filtrato e tenuto in caldo.
Tenetevi abbondanti di brodo inizialmente, aggiungendolo mano a mano che si asciuga.
Quando il riso sarà arrivato a cottura (ci vorranno circa 18 minuti), salate, pepate (pepe bianco, se volete fare i "fini"), aggiungete il castelmagno grattugiato, i gambi degli asparagi tagliati a rotelle, date una girata, spegnete il fuoco e mantecate con una noce di burro.
Fatelo riposare due minuti con il coperchio.
Impiattate decorando con 4 punte di asparagi saltati in padella per ciascun piatto.


Alcuni accorgimenti!
La bontà di un buon risotto sta nella cottura, dovete servire un risotto all'onda: cremoso e omogeneo, in cui gli ingredienti non siano slegati tra loro. è molto importante quindi la tostatura del riso, che non deve stare sotto il minuto e non deve superare i 2, e l'aggiunta del brodo. Tenetevi abbondanti di brodo per i primi 10/12 minuti, iniziando poi ad aggiungerne meno, per arrivare ai 18 minuti con un risotto perfetto!
Ovviamente, nulla vieta di usare il caro, vecchio dado vegetale per il brodo, vi basterà aggiungerlo all'acqua filtrata degli asparagi. E non dimenticate mai di mantecare con una noce di burro e di far riposare qualche minuto.
Le regole per un buon risotto sono poche ma vi daranno grande soddisfazione ;)

Buon appetito,
Valerie :)

domenica 21 aprile 2013

Domenica vuol dire famiglia.

Domenica vuol dire svegliarsi tardi, per alcuni.
Oppure svegliarsi presto, solo per potersi godere la casa in silenzio, senza la fretta di dover uscire e andare a scuola, a lavoro o ovunque ci porti la routine.
Domenica vuol dire fare colazione con calma, con il caffèlatte caldo (lusso che, io, negli altri giorni non riesco a concedermi) e con le fette biscottate spalmate di burro e marmellata.
Domenica vuol dire tempo.
Tempo per tantissime cose: quelle che ho già elencato, più altre mille, tempo anche di annoiarsi, a volte.
Ma sopratutto, vuol dire famiglia. Tavola da pranzo da festa, nonni che ti vengono a trovare, la televisione accesa sui lenti programmi della domenica, il libro sul comò che, finalmente, trovi il tempo di leggere e quella ricetta un po' lunga che non hai il tempo di fare.
Per tutti la domenica ha un significato diverso dagli altri giorni, d'estate fatta di passeggiate, d'inverno fatta da oziosi pomeriggi.
Quindi, in questa domenica uggiosa e piovosa, niente di meglio che un bel pranzo e una bella merenda, per ritrovarsi di nuovo tutti insieme a "poltrire" allegramente.
Per me, la merenda della domenica dev'essere golosa, soffice, buona da accompagnare con un succo o un bicchiere di latte e cosa rispecchia di più queste caratteristiche se non un rotolo alla Nutella?
Pasta sofficisissima, crema pazzesca (la Nutella, cosa vi sto a dire quando è buona?) ma sopratutto: veloce; così potrete subito tornare sul divano a finire quel libro che avevate lasciato a metà o andare a camminare, tornare con calma e gustarvi una fetta di questa delizia.


Io che, alle volte, devo studiare la domenica (purtroppo!!) non trovo momento migliore dell'interruzione per la merenda, così, quando preparo qualcosa apposta, non mi riempo mai troppo a pranzo, per avere quel certo languorino che colpisce a metà pomeriggio.
In questo caso, nessuno in famiglia ha resistito a prenderne una fetta a fine pranzo (anche se c'eravamo promessi solo una ricca macedonia) così le persone che si vedono sullo sfondo sono proprio il mio "parentame".
Ma si sa, Domenica vuol dire famiglia no?



Ingredienti:
un cucchiaino abbondante di miele
140 gr di zucchero bianco semolato
farina 100 gr
1 bustina di vanillina
5 uova
Nutella q.b. 
zucchero a velo per spolverare

Predisponete due ciotole e separate gli albumi dai tuorli.
Sbattete (con le fruste elettriche se ci tenete alle vostre braccia!)  i tuorli con 90 gr di zucchero, la vanillina e il miele per 5 minuti abbondanti, dovete ottenere una crema morbida, omogenea e spumosa.
Montate poi i bianchi a neve con 50 gr di zucchero e aggiungeteli al composto di rossi, fatelo con l'aiuto di una spatola, con movimenti dall'alto verso il basso per non smontare i bianchi.
Quando saranno ben amalgamati, aggiungete la farina e mescolate di nuovo dall'alto verso il basso.
Preriscaldate il forno a 200 gradi ventilato. Su una teglia stendete un foglio di carta forno e versateci il composto, livellatelo con una spatola e infornate per 6 minuti.
Sfornate, togliete immediatamente dalla teglia e ricoprite con zucchero semolato e pellicola.
Fate raffreddare per 10/15 minuti, poi togliete la pellicola e staccate delicatamente la pasta dalla carta forno con l'aiuto di un coltello lungo. 
Mettete 6, 7 cucchiai di Nutella sulla pasta e spalmatela, dovrete ottenere un bello strato.
Lasciate un po' di margine in modo che non trabocchi la farcia, arrotolate la pasta e ponete il rotolo con la piegatura rivolta verso il basso. Tagliate le due estremità che saranno leggermente irregolari, ponete su un vassoio e fate raffreddare in frigo una mezz'ora.
Togliete dal frigo e spolverizzate con zucchero a velo.


Rimettetela in frigo ogni volta che la consumate, ricordandovi di tirarla fuori un quarto d'ora/ venti minuti prima, in modo che si ammorbidisca leggermente.
Buon appetito :))
Valerie

giovedì 18 aprile 2013

Pasta alla gricia, illudiamoci di star leggeri!

Che giornate, che giornate!
L'avvicinarsi delle vacanze è direttamente proporzionale all'aumentare di interrogazioni, prove, corse per recuperare voti sfortunati e altre mille peripezie scolastiche.
In mezzo a tutto ciò, cerco sempre di ritagliarmi dei momenti tranquilli per cucinare, leggere o guardare qualcosa che mi piace in tv e, così, finisco per correre il triplo, aderendo a quella fascia di persone che sostengono che 24 ore siano troppe poche per una giornata (specie se per otto dormi).
Il risultato è che mi sta diventando antipatico perfino il caldo, con i jeans che ti si appiccicano alle gambe a metà mattina e con l'arietta che ti rinfresca ma ti fa anche venire il raffreddore.
Così, ogni tanto, quando mi rendo conto di stare diventando peggio di una vecchietta brontolona, mi prendo un attimo di respiro e mi metto ai fornelli, preparo una cena (anche molto veloce) e mi rilasso un momento pensando già al weekend o, ancora meglio, all'estate.
Oggi però, in onore del mio odio (momentaneo eh) per il caldo, vi propongo una ricetta che non è proprio estiva ma neanche invernale, ancora adatta per una cenetta golosa : la gricia.
Variante, se vogliamo dire, bianca dell'amatriciana, è un po' meno famosa delle due sorelle (l'amatriciana per l'appunto, e la carbonara) ma, anche questa, si sta ormai diffondendo a macchia d'olio (o dovrei dire di grasso, vista la pasta?).
Se proprio dovessimo guardare il lato dietetico, dovrebbe essere la meno pesante tra le tre ma, è anche vero, che a volte il grasso del guanciale o della pancetta viene buttato via per renderla meno pesante (ovviamente in una versione casalinga).
Questa pasta, invece, ce lo vuole eccome il grasso anche perchè è l'unico legante che c'è; poi, sta a voi decidere se eliminarne un po' o se godervi una pasta, sicuramente calorica, ma ottima.
Beh, de gustibus non disputandum est, quindi a ognuno la sua versione!



Ingredienti:
250 gr di guanciale (o di pancetta dolce)
4 etti di spaghetti spessi o bucatini
pecorino romano 5 cucchiai
acqua q.b.
sale e pepe q.b.

Per prima cosa, mettete a bollire l'acqua per la pasta. Poi prendete una padella piuttosto ampia e metteteci il guanciale tagliato a cubetti (se vi dovessero dare una parte con del pepe toglietela, darebbe giù molto sale), lasciatelo cuocere a fuoco medio per 7-8 minuti in modo che si liberi tutto il grasso.
Nel frattempo salate l'acqua e buttate la pasta, tenete da parte un po' di acqua di cottura e scolatela al dente. 
Fatela saltare in padella con il guanciale e, per legarla bene, aggiungete due mestolini d'acqua salata, aggiungete poi il pecorino e girate ancora. Pepate a vostro piacimento e servite ben calda.


Nota: la gustosità di questa pasta sta nel fatto che sia ben legata e morbida, quindi è molto importante il rapporto tra l'acqua, il guanciale e il pecorino. Perciò, quando aggiungete l'acqua fatelo sempre basandovi sulla cremosità della vostra pasta, se il guanciale avrà dato giù molto grasso ve ne basterà poca se no, un po' di più.
Inoltre, prima di mettere il pecorino, assaggiate sempre, eviterete spiacevoli incidenti di sale.


Buon appetito,
Valerie :)

martedì 16 aprile 2013

Primavera, cosa cuciniamo?

Caldo, caldo, caldissimo.
Anche se è difficile crederci, ieri ho preso il sole per la prima volta e, il 15 Aprile, per me è un vero record.
Prevedono una settimana di fuoco e, avvicinandosi all'estate, il caldo si farà sentire sempre di più; così, qualche giorno fa, dopo aver mangiato un piatto di gnocchi ai 4 formaggi ed essermelo tenuto sullo stomaco tutto il giorno, ho pensato che sarebbe stato meglio passare a qualcosa di più "estivo".
E cosa c'è di più fresco delle verdure? Frutta e verdura se la giocano nei caldi pomeriggi ma, per una buona pasta, ho preferito mettere momentaneamente da parte la frutta.
Così ho comperato le fave (quelle fresche, ancora nel baccello sono appena comparse sui banchi del mercato), del basilico e dei pomodori.
Si, lo so.
Il periodo dei pomodori non sarebbe ancora questo e, forse, mi sono lasciata guidare troppo dai caldi raggi del sole ma, fortuna ha voluto, che io abbia trovato dei bellissimi pomodori maturi, rossi e polposi: irresistibili.
Così ho provato a fare un sugo di pomodori freschi, fave e pecorino, un mix davvero vincente.
Il sugo di pomodori freschi (se proprio non siamo nella stagione) sono solita farlo con i pachino ma, stavolta, erano lecito utilizzare quelli più grossi.


Ingredienti:
1 chilo di fave fresche
3 cucchiai abbondanti di pecorino romano
500 gr di pomodori maturi
400 gr di mezzi rigatoni
olio 4 cucchai
burro una noce
sale q.b.
1 spicchio d'aglio

Per prima cosa ho pulito le fave togliendole dal baccello.
Ho diviso le più grandi da quelle molto piccole,a parte ho messo dell'acqua a bollire e, arrivata ad ebollizione, l'ho salata.
Ci ho tuffato dentro le fave, tranne quelle piccole e le ho lasciate 3-4 minuti.
Da quelle piccole ho eliminato la piccola parte verde che hanno sopra (quella che gli permette di stare attaccate al baccello). Ho scolato le altre e le ho tuffate in una tazza con del ghiaccio, le ho fatte raffreddare, ho eliminato il ghiaccio e le ho sbucciate.
Ho lavato i pomodori e li ho tuffati per un minuto nell'acqua bollente delle fave (ovviamente con il fuoco acceso), li ho lasciati un minuto (bastano 20 secondi se usate i pomodori pachino) e li ho scolati.
Poi, li ho spellati e tagliati in parti uguali.
Ho messo su l'acqua, arrivata ad ebollizione l'ho salata e ho buttato la pasta (questo tipo cuoce in circa 13 minuti ma è sempre indicato).
In una padella ho messo tre cucchiai d'olio e uno spicchio d'aglio in camicia, ho aggiunto i pomodori e, mescolando di tanto in tanto, ho lasciato cuocere per circa 8 minuti. Si deve formare un sugo ben legato, i pomodori devono disfarsi quasi completamente, spegnete quando avrete ottenuto questo risultato facendo attenzione a che non inizi ad evaporare.
In un'altra padella ho posto un cucchiaio d'olio e una noce di burro, l'ho fatta sciogliere e ho aggiunto tutte le fave. Le ho fatte cuocere circa 5 minuti a fiamma moderata.
Ho aggiunto le fave al sugo di pomodoro e ho spento.
Ho scolato la pasta al dente e l'ho fatta saltare nel sugo per un minuto, ho mantecato con un filo d'olio e tre cucchiai abbondanti di pecorino romano grattugiato.
Ho servito subito, ben caldo :)


Buon appetito e buona primavera,
Valerie :)

domenica 14 aprile 2013

Come se piovesse cioccolato!

Primavera, finalmente!
So che potrei sembrare una metereologa più che un'appassionata di cucina con tutti questi commenti sul tempo ma oggi era inevitabile farne.
Cucinare stamattina è stato una goduria: finestra spalancata, venticello e biancheria stesa fuori (dopo mesi di termosifone); sembrava davvero di stare in un film o, ancora meglio, in un libro.
Forse si vede che non sono abituata a questo clima da un bel po' ma, questo, mi ha fatto assaporare la giornata ancora di più.
Dopo un pranzo "successone", ho raggiunto una mia amica in campagna per godermi al massimo il sole e il suo calore.
Girare per i prati con i pantaloncini corti e le mezze maniche mi ha fatto quasi scordare l'imminente lunedì mattina con tutta la sua noiosa routine, mai come oggi vorrei abbandonarla e vivere un po' di vera estate.
Attendendo con pazienza la fine della scuola, oggi mi sono sbizzarrita con farina, cioccolato e fragole per fare una torta p a z z e s c a.

Inizio subito con il citare il blog "Vaniglia" da cui ho tratto ispirazione per questa torta (nel suo blog si chiama "torta assoluta al cioccolato") , io ho cambiato poche cose: le dosi e l'aggiunta di un piccolo ingrediente.
Ho letto anche che questa torta è stata tratta dal libro di ricette "I love torte" e devo dire che, se le ricette sono tutte così valide, varrebbe davvero la pena di comprarlo :)


Ingredienti
250 gr di farina 00
un cucchiaio e mezzo di cacao amaro
100 gr di zucchero a velo
220 gr di burro
2 tuorli
300 gr di cioccolato fondente
6 fragole
1 tuorlo
100 ml di panna liquida da montare

Per prima cosa preparate la pasta frolla al cioccolato. Ponete in un contenitore tutti gli ingredienti a parte il burro e le uova, aggiungete poi il burro morbido tagliato a dadini (tiratelo fuori dal frigo due ore prima o, con questo caldo, anche una ;) ) e amalgamate velocemente ottenendo un composto "sbricioloso".
Aggiungete i due tuorli e, sempre lavorando velocemente, amalgamateli fino ad ottenere una palla d'impasto che porrete a riposare in frigo per almeno mezz'ora.
Passato questo tempo tirate la pasta con un mattarello fino ad ottenere un cerchio di diametro un po' più     grosso rispetto a quello della tortiera (servirà per i bordi), eseguite questa operazione sopra ad un foglio di carta forno.
Ponete la base nella tortiera e bucherellatela con una forchetta, metteteci sopra un altro foglio di carta forno e riempitelo di riso o legumi secchi (cottura in bianco), infornate a 180 gradi per 20 minuti, poi togliete i legumi e fate cuocere altri 10 minuti.
Nel frattempo, fate fondere 150 gr di cioccolato fondente a bagnomaria. Una volta tirata fuori la torta e fatta un po' raffreddare, spennellatela di cioccolato fondente ,in modo da formare un leggero strato, e poneteci sopra le fragole tagliate abbastanza sottili, lasciate raffreddare.
Preparate ora la copertura: portate a ebollizione la panna e versateci 150 gr di cioccolato fondente spezzettato finemente, abbassate il fuoco (o spegnete) e lasciatelo sciogliere, poi mescolate con un cucchiaio.
Aggiungete 20 gr di burro e il tuorlo, versatelo sopra le fragole (assicurandovi che il cioccolato si sia ben asciugato) e ponete in frigo a raffreddare per almeno un'ora.

Non deluderà nessuno, fidatevi ;)





giovedì 11 aprile 2013

Se la dieta chiama...

...noi, malvolentieri, rispondiamo!
Potrei stare ore a raccontarvi dei miei mille tentativi di iniziare una pseudo dieta che mi facesse smettere di mangiare una marea di dolci ma ,credo, che sarebbero esperienze alquanto simili tra loro.
Beh, fatto sta che la data 11 aprile mi ha fatto capire che ,oramai, alla cosiddetta "prova costume" manca davvero poco e che sarebbe necessario darsi una regolata.
Così, avendo abbandonato l'idea di far scomparire tutti i dolci e le cose sfiziose da casa mia (i miei fratelli non erano molto d'accordo), ho iniziato a pensare ad una cena che potesse essere, come dire.. light ma senza rinunciare al gusto.
Caso abbia voluto che in frigo ci fosse del salmone fresco, un bel trancio (pieno di spine) comprato la mattina stessa!
Premetto che a me il salmone non fa impazzire, preferisco di gran lunga quello affumicato a quello fresco e mi dà un terribile fastidio dovermi preoccupare delle spine ogni secondo.
Soluzione? Tagliarlo a cubetti e farci una bella pasta, no?
Per dargli un po' di sapore (e si, qualcosa di calorico dovevo mettercelo!) ci ho aggiunto qualche noce e  qualche broccoletto, approvata per una dieta!

Ingredienti per 4 persone:
3 etti abbondanti di salmone fresco
10 noci
300 gr di broccoli lessati
4 etti di pasta (spaghetti)
olio evo
peperoncino un pizzico
sale e pepe q.b.

Mettete a bollire l'acqua, salate e buttate la pasta appena raggiunto il bollore.
Tagliate il salmone a cubetti (eliminando così le spine) e fatelo rosolare in una padella con due cucchiai d'olio. Quando diventerà ben rosato e morbido, spegnete il fuoco e tenetelo da parte. Rompete 10 noci e tritatele nel mixer in modo da ottenere una granella.
Tagliate a pezzi non troppo piccoli i broccoli e saltateli in padella con il salmone quando mancheranno 2/3 minuti alla cottura della pasta.
Scolate la pasta tenendo da parte una tazza di acqua di cottura, poi fatela saltare nella padella con broccoli e salmone, aggiungete un pizzico di peperoncino e la granella di noci. Mantecare con un goccio d'olio o un po' di acqua di cottura, se necessario.


Buon appetito :))
Valerie

martedì 9 aprile 2013

Dolci napoletani, tra gusto e tradizione..

Tradizione si, anche se non proprio la più "conosciuta".
Oggi mi distacco un po' da pastiera e sfogliatelle (buonissime entrambe) per parlarvi di una torta che, almeno qui in Piemonte, non è conosciutissima: la caprese.
A essere precisi, proprio napoletana non è, infatti, come dice il nome, è originaria dell'isola di Capri ma, visto il suo gusto unico, si è diffusa in fretta in tutta la Campania e in tutta Italia.
Informandomi un po' su questa torta ho visto che ne esistono moltissime versioni ma ,la mia anima da golosa, non poteva che rimanere su quella al cioccolato che ho imparato recentemente in un corso di cucina qui nella mia città.
La cosa bella di questa torta è che è veramente velocissima da fare ma dà una grandissima soddisfazione: il cuore un po' morbido fa pensare a chissà che complicazione, invece vi basteranno dieci minuti!

Unico difetto di questa delizia: è una vera bomba di calorie!
Non ve la consiglio particolarmente per una dieta, ma sicuramente dopo una giornata stressante :)

Ingredienti:
200 gr di burro
250 gr di mandorle pelate ma non tostate o farina di mandorle
250 gr di zucchero
150 gr di cioccolato fondente
25 gr di cacao 
5 uova
zucchero a velo per spolverare

Per prima cosa fate sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente con il burro.
Quando sarà ben sciolto e amalgamato passatelo in una ciotola e aggiungete a pioggia lo zucchero, mescolate bene con una frusta a mano, aggiungete il cacao amaro setacciato e rimescolate.
Tritate finemente le mandorle in un mixer e aggiungetele al composto, amalgamate con un cucchiaio di legno.
Mettete le uova una alla volta mescolando energicamente ogni volta che ne aggiungete una.
Preriscaldate il forno a 150 gradi se statico, 140 se ventilato.
Imburrate e infarinate (o usate la carta forno, di burro ce n'è già a volontà) uno stampo a cerniera e versateci il composto; cuocete per 55 minuti circa.
Una volta pronta sfornatela e fate il test dello stuzzicadente: vi dovrà uscire leggermente umido e, così sarà perfetta.
Se la mangiate subito servitela con un ciuffo di panna, personalmente è la versione che mi piace di più, l'interno sarà morbido e si scioglierà in bocca.
Se la volete mangiare dopo qualche ora oppure il giorno dopo mettetela in frigo, in questo modo preserverete la morbidezza della vostra torta.
Dopo una notte in frigo comunque, è consigliabile toglierla e lasciarla fuori se no l'interno potrebbe diventare troppo duro, purtroppo è difficile mantenere morbido il cuore per più di un giorno e mezzo.
In generale, vi consiglierei di consumarla nell'arco di 2 o 3 giorni :)

Buon appetito,
Valerie :)

domenica 7 aprile 2013

Calamari ripieni di cous cous e pistacchi con salsa ai pistacchi

Finalmente il week-end!
Devo dire che, fino a venerdì, questa settimana è stata piuttosto stressante, carica di cosa da fare e  raramente sono stata così felice per l'arrivo del fine-settimana.
Proprio per "festeggiare" ieri mi sono sbizzarrita un po' in cucina con pane, torta e, ovviamente, un piatto.
Un piatto alquanto sfizioso vista la presenza di un intingolo al pistacchio in cui "immergere" le nostre pietanze.
Pietanze che, in questo caso, si identificano con dei calamari ripieni di cous cous cucinato con verdurine e merluzzo.

Un piatto che può avere molteplici sfaccettature, in porzioni abbondanti per la cena oppure, tagliato a rondelle per un aperitivo, magari con una ciotolina carica di salsa.
Non so come mai ma i piatti che prevedono delle salsine mi hanno sempre attirato, li ho sempre associati a qualcosa di sfizioso e raro da mangiare; effettivamente il mio primo pensiero sono le fajitas da riempire con tutti quegli intingoli particolari.
E così, munita di frullatore (o ancora meglio mortaio!) e di un po' di ingredienti ho sperimentato una nuova salsina che, alla fine (non con poco sforzo), mi ha dato molta soddisfazione.
A me e ai miei fratelli che non mi hanno nemmeno permesso di fare il bis.



Ingredienti:
8 calamari interi
50-60 di Pistacchi Americani
cous cous 150 gr
merluzzo due filetti (anche surgelati volendo)
1 vasetto di yogurt bianco
un goccio d'olio
un goccio d'aceto
2 zucchine
1 carota
1 fetta di pane
sale e pepe q.b.
brodo vegetale q.b.

Per prima cosa pulite i calamari, togliete l'osso interno e staccatene la testa (il ciuffo) da cui toglierete l'occhio; lavateli e teneteli da parte.
Preparate ora il cous cous: ponetelo in una terrina e versateci sopra il brodo vegetale, copritelo e aspettate 5-10 minuti, passato questo tempo sgranatelo con una forchetta.
Lavate le zucchine e le carote, pulitele e tagliatele a tocchetti, sminuzzate anche i ciuffi e i filetti di merluzzo.
Mettete un goccio d'olio in una padella con uno spicchio d'aglio e aggiungete i ciuffi, fateli rosolare un poco e poi aggiungete anche le verdure e il merluzzo e,se servisse, un goccio d'acqua.
Aggiungete ora il cous cous e fate saltare tutto insieme, aggiustate di sale e spegnete il fuoco.
In un mixer tritate grossolanamente una ventina di pistacchi e aggiungeteli al cous cous, mescolate il tutto per amalgamare.
Con l'aiuto di una sac-à-poche riempite i calamari per tre quarti e chiudeteli con uno stuzzicadenti.
Mettete due cucchiai d'olio in una pentola e poneteci i calamari, fateli rosolare da una parte e dall'altra e poi bagnateli con un po' di brodo vegetale. Continuate la cottura con il coperchio per circa mezz'ora/ 40 minuti (dipende da quanto sono grossi i calamari).
Prepariamo ora la salsa. In un mixer mettete una quarantina di pistacchi sgusciati con un goccio d'olio e un goccio d'aceto, aggiungete un vasetto di yogurt magro e una fetta di pane bagnato (dev'essere ben molle), frullate il tutto fino a ottenere una crema liscia e omogenea.
Servite i calamari con un po' del loro sughetto e con una generosa cucchiaiata di salsa ai pistacchi.



Con questa ricetta partecipo al contest di Sorelle in Pentola che ha come argomento i pistacchi americani.

 Buon appetito,
Valerie :)

giovedì 4 aprile 2013

Se non si ha voglia di ricominciare...

...si può ancora parlare un po' di vacanze!
Purtroppo se ne può solo più parlare visto che le giornate sono ridiventate cariche di impegni.
Spero davvero che abbiate passato una buona Pasqua, anche se il tempo non ha certamente aiutato!
Nemmeno in Umbria (dove di solito il clima è meno rigido) sono riuscita a trovare rifugio da questo inverno prolungato.
Così, le passeggiate si sono un po' ridotte e le ore intorno al camino sono un po' aumentate, cosa che, in fondo, non mi è poi dispiaciuta.
Il cibo invece, non è diminuito per niente e non ho ancora avuto il coraggio di salire su una bilancia! In compenso mi sono ripromessa di iniziare una pseudo-dieta che, finora, non sono proprio riuscita a seguire.
Per Pasqua non mi sono fatta mancare l'agnello: l'ho cucinato fritto con un buon purè di patate mentre, a Pasquetta, sono stata sul lago Trasimeno e ho mangiato in un ristorante di pesce me-ra-vi-gli-oso.
E voi, come avete passato le vostre vacanze? :)
Io, per immergermi ancora un po' nel clima Pasquale, vi propongo il mio piatto  di Pasqua : le costolette d'agnello fritte con il purè. Adatte non solo a Pasqua ;)


Ingredienti per 4 persone
12 costolette di agnello (sono piuttosto piccole)
pangrattato q.b.
sale q.b.
olio per friggere
tre noci di burro chiarificato
1 chilo e mezzo di patate
parmigiano grattugiato 4 cucchiai
300 ml
50 gr di burro normale
2 uova

Per prima cosa mettete a bollire le patate in acqua salata per 40 minuti abbondanti oppure una ventina in pentola a pressione (dipende anche dalla loro grandezza).
Poi prendete le costolette d'agnello e, dopo averle sciacquate e asciugate, battetele un poco con la mano, dopo di che passatele nell'uovo e nel pangrattato, lasciatele da parte.
Una volta che le patate saranno cotte, sbucciatele e passatele nel passaverdura (o usate uno schiacciapatate), in questo modo non si formeranno grumi.
Mettete le patate schiacciate in una pentola su un fuoco molto molto basso e aggiungete poco a poco il latte precedentemente riscaldato.
Quando tutto sarà ben amalgamato aggiungete il burro, il sale e il parmigiano, date un'ultima mescolata e spegnete il fuoco. Tenete in caldo.
Occupiamoci ora delle costolette.
Prendete una padella piuttosto larga e poneteci il burro chiarificato e l'olio, dovrete essere piuttosto abbondanti con l'olio ma senza ricoprire la parte superiore della carne.
La cosa migliore sarebbe friggere nell'olio d'oliva ma, visto che ne dovrete usare molto, va bene anche quello di semi.
Friggete ora le costolette per 3-4 minuti per parte o finché non saranno ben dorate; a seconda della grandezza della vostra padella decidete quante farne per volta, fate in modo che non siano troppo schiacciate.
Scolatele su della carta assorbente e salate. Servite caldo il purè con le costolette.


Queste costolette erano la fine del mondo!
Per un normalissimo pranzo domenicale sono perfette ;)



Buon appetito,
Valerie :)